KIANID. Amare la propria Terra, per trasmettere l’essenza

La collezione Kianid Primavera Estate 2021 è un vero e proprio racconto di un viaggio alla scoperta della Puglia.
Percorrendo strade sterrate, attraversando enormi distese di ulivi, costeggiando spiagge e muretti a secco, addentrandoci per borghi e città d’arte, vi porteremo alla scoperta di posti unici, per scoprire il senso autentico di questa terra.

Prima tappa del nostro viaggio è Ostuni, la città Bianca, così denominata per la peculiarità che contraddistingue il centro storico, con chiese, abitazioni, palazzi e monumenti, tutti incredibilmente bianchi.
E’ curioso sapere che il colore bianco è legato ad una precisa motivazione storica: la città nel 600 fu colpita pesantemente dalla peste e gli abitanti utilizzarono la calce bianca per ricoprire i muri perché, oltre ad essere un materiale economico, permetteva di igienizzare la zona e renderla asettica.
Il borgo antico è un’inconfondibile e candido gioiello che sorge su una collina, con le sue contorte e romantiche viuzze, un groviglio di vicoli che incrociano archi e piazzette, scalinate e terrazze affacciate sull’incantevole Valle d’Itria.

Il nostro viaggio continua alla scoperta di Savelletri.

A pochi chilometri dal comune di Fasano, affacciata sul mare Adriatico, si trova uno splendido angolo di paradiso pugliese, Savelletri.

Conosciuto principalmente per il suo mare cristallino e per la bellezza delle sue spiagge, Savelletri nasce come luogo di pescatori, con il suo caratteristico porticciolo peschereccio, le barchette colorate, le antiche abitazioni in pietra, le numerose pescherie e i romantici ristoranti.
E’ semplice, fresca, genuina, come la sua grande specialità culinaria: i ricci di mare, una prelibatezza gastronomica perfetta da assaporare in riva al mare.

Infine ci immergiamo nella Selva di Fasano, alla scoperta di una magnifica tenuta storica, Tenuta Monacelle, un gioiello dell’epoca borbonica, con una storia affascinante e suggestiva.

È il 1790 quando la Tenuta nasce da un convento di suore benedettine del convento di San Giuseppe di Monopoli.
Il termine Monacelle attinge a interpretazioni diverse. Certa è quella che attribuisce l’etimologia del nome al nome delle suore (o monache) residenti nella struttura. Molti sostengono invece che in questo luogo collinare, durante la sera sia possibile vedere le lumache, che nel dialetto del posto sono chiamate appunto monacelle.
Nel borgo, composto da 28 trulli, si svolgevano le quotidiane attività agresti: nel forno esterno avveniva la panificazione e la cottura dei cibi che le monache distribuivano ai contadini. Singolare la presenza nella parte alta di un trullo di un pollaio, comunicante con la struttura tramite una stretta scalinata, per non permettere ai predatori di entrare all’interno. È anche visibile l’esterno di una chiesetta, la “cummersa”, oggi sconsacrata e utilizzata come suite.
 
Il trascorrere del tempo non ha alterato la struttura storica della Tenuta che, pur ammodernata, ha conservato intatto il Borgo e il fascino indimenticabile di quel lontano 1790.

Questo è solo l’inizio di un lungo viaggio… invaderemo nuove terre, culture…

Continuate a seguire le nostre orme #kianidinvaders

“DISCOVER PUGLIA, DISCOVER KIANID”

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